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Nel momento della Costituente di Stato, il Gran Maestro Titolare
dell'Ordine in assimilazione (affetto da gravissimi problemi di salute) era rappresentato dal Gran Maestro reggente
Antonio Maria Ruspoli "pro tem ", nominato tale il 1° ottobre dell'anno 2000 per un biennio con apposito decreto
ora giagente negli Archivi dello Stato. Immediatamente dopo il varo della Costituzione dello Stato, il 15 ottobre 2001, il
G.M. Reggente dispone per un emendamento costituzionale che viene esposto, quale esplicativa dell'" interpretazione autentica
" in apposito documento denominato come predetto a firma del Gran Cancelliere (come tale qualificatosi) dell'Ordine Ercole
E. Ruffolo, in cui si chiede che la Costituzione di Stato preveda la sostituzione del Gran Maestro (carica ormai assimilata
a quella di Ministro dello Stato) in alcuni paricolari casi, tra i quali l'incapacità ad operare in seguito ed in costanza
di grave e permanente malattia ed i casi di attentato alla Costituzione e di colpa grave nello svolgimento delle Funzioni
Istituzionali. Il giorno 15 marzo del 2002 il Consiglio dei Ministri all'unanimità provvede all'Emendamento Costituzionale
richiesto dal Ministro e Gran Maestro reggente il Dicastero Competente, attivo per l'Assimilazione dell' Ordine Cavalleresco.
A tale momento storico il Gran Maestro Reggente Antonio Ruspoli di fatto destituisce il Gran Maestro Titolare (che non oppone
ostacolo essendo nell'incapacità di agire a difesa per i già citati problemi di salute) e lo stesso Vice Primo
Ministro dello Stato H.E Costantino Dejala, il quale propone invece il Riscorso di rito al Supremo Ordine di Magistratura
del Consiglio dei Ministri: il Sovrano Consiglio, composto da Ministri designati dalla Costituzione ed integrato da quattro
membri selezionati dalla Camera dei Cavalieri. Il Consiglio Supremo Giudicante, dopo un'attentissima valutazione dell'accaduto,
in data 03/05/2002 con Provvedimento Staaordinario, reintegra nella Sua funzione il Vice Primo Ministro e provvede all'espulsione
anche dall'Ordine Cavalleresco del Gran Maestro Reggente A.M. Ruspoli per gravissimi motivi e per Attentato alla Costituzione
di Stato. Il Provvedimento Straordinario viene esposto nella Sedi dell'Ordine negli USA ed in Svizzera e notificato all'Interessato
per i termini concessi a difesa. Il già G.M.Reggente ora espulso e privato di cariche e qualifiche, al pari dei
Suoi due più stretti collaboratari, propone con gli stessi un giudizio esterno che viene accettato dal Principato sul
merito del solo comportamento in seno all'Ordine assimilato e pertanto non lesivo della Sovranità di Stato. Il Principato
accoglie la richiesta ed il Primo assistente dell'ex G.M. Reggente Sig. Dario Sartori (Cittadino Elvetico)si rivolge al Pretore
di Lugano in data 03 giugno 2002 per il Giudizio contro la parte avversa (l' Ordine Cavalleresco in seno al Principato). La
sentenza, preceduta dalla presentazione di tutta la documentazione, anche internazionale, in capo al neo costituito Principato,
presentata al vaglio del Giudice, vede soccombente la parte Attrice guidata da Antonio Ruspoli (come risulta dall' incartamento
depositato dal Sartori che produce un registro in cui il Ruspoli figura ancora impudentemente e falsamente Gran Maestro dell'
Ordine) che si sottrae al processo. Il Principato ottiene Giustizia definitiva sancita giusta Sentenza del Pretore di Lugano
in data 15 aprile 2003 (incarto n° 0A.2002.00347 - 79/ 2002 ). Nel contempo, a far data dal 01/05/2002, il Sovrano Consiglio
aveva nominato per un periodo di sei mesi Primo Ministro ProTempore, in attesa delle elezioni, il Vice Primo Ministro S.E.
Costantino Dejala . Il Consiglio dei Ministri allo scadere del semestre in data ottobre 2002 vota all' unanimità
per la conferma dell'incarico al Primo Ministro Costantino Dejala che viene investito del titolo di Principe dello Stato.
Da quel momento in poi l'attenzione del Governo dello Stato si rivolge anche e con maggior vigore all'operativa estera fino
a Concludere il primo trattato di Cooperazione fra Stati con la Repubblica del Mali, siglato nel settembre del 2006 in Bamako
alla presenza del Primo Ministro del Mali e suggellato il 13 novembre 2006 nella Città di Milano con riprese della
TV di Stato del Mali. Il trattato di Cooperazione interstatuale, in materia di sanità ed istruzione, in
virtù del particolare apprezzamento dello Stato Maliano, prevede una donazione territoriale (con rinuncia di Sovranità
da parte del donante sul territorio donato) al Principato anche allo scopo della apertura di una Ambasciata del " Principality
Knigts' Island ". Nel procedere nel percorso storico il Governo del Principato, nell'ottobre dell'anno 2007, anche per
adeguare la Costituzione dello Stato alla nuove realtà geo-politiche e sociali dello Stato, provvede alla revisione
della Costituzione reinstaurando la trasmissione dinastica del Titolo , della Carica e dell' incarico del Principe dello Stato.
Sotto la nuova conformazione delle Istituzioni di Stato, il Principato negli anni 2010, 2011, e 2012 (Comunicazioni Ufficiali
Depositate) presenta la propria documentazione anche internazionale all'esame del Competente Sotto Segretariato Generale delle
Nazioni Unite, ottenendo le prime due convocazioni ufficiali per l' apertura del processo temporale della richiesta di adesione
alle Nazioni Unite per il seggio di STATO OSSERVATORE (Convocazioni U.N., con codici e Simbolo ONU, del settembre 2011
e del Giugno 2012, formalizzate con l'incontro del Primo Ministro con il Sottosegretario Generale delle U.N. addetto ai piccoli
Stati in via di Sviluppo). La documentazione degli incontri Ufficiali è stata pubblicamente esposta per gli Stati
Interessati. Al momento il Principato è in attesa di presentare in tempi brevi, relativamente alla Dimensione
Politica Internazionale dell' Incombenza) alla Sezione protocollare delle Nazioni Unite la rituale lettera al Presidente dell'Assemblea
delle U.N. per la richiesta del voto Assembleare per l'eventuale ammissione del Principato all'ONU. Durante gli anni prima
richiamati il Patriarca d'Alessandria d'Egitto per i Copti Cattolici, in allora Sua Beatitudine Antonios Naguib (con il quale
fu intrattenuta una copiosa corrispondenza epistolare) pur approvando l'operato dei Suoi predecessori, chiese ed ottenne l'
impegno da parte del Governo al fine di ridurre, al termine del processo di assimilazione del Cavalierato Copto Cattolico
lo stesso Cavalierato ad un mero Titolo Onorifico di un Cavalierato di Stato privato di autonomia e Sovranità
(con l'intento di non innescare conflittualità di alcun tipo con Ordini Cavallereschi pressochè omonimi.). Ora
che La Stato ha assimilato ogni prerogativa anche inerente la Sovranità ed i Protettorati Ecclesiastici, il Governo
del Principato ha onorato il proprio impegno sovrano modificando la struttura stessa degli enunciati dei Passaporti di Cittadinanza
del Principato.Antonio Ruspoli, giudicato definitivamente nella Sua stessa Nazione e dalla Svizzera (richiesta di un giudizio
neutrale, riappare dopo 13 anni dichiarando falsamente di essere stato ammalato e "di non essersi accorto che lo Stato
Isola dei Cavalieri non lo vedeva più alla Sua guida". Con queste ridicole affermazioni tentava di trarre in inganno
gli organi di stampa in Italia e la stessa Magistratura Italiana (comunque non interessata alle vicende di altra Entità
Sovrana). Veniva invece rilevata dalla investigazione del Principato una reiterata presenza sul territorio italiano sul quale
il Ruspoli poneva in atto attività che parrebbero delittuose negli anni in cui aveva dichiarato di essere "ammalato".
Le prove di tali attività rivengono proprio dagli accertamenti della Magistratura Italiana. Al momento dopo 15 anni
dalla espulsione dal Principato il Ruspoli persiste nella Sua attività calunniosa arrivando a far supporre di aver
investito propri mezzi finanziari nell'intrapresa dello Stato. Nulla di pù falso, semmai risulta vero il contrario,
ossia l'intero Consiglio dei Ministri impegnato a dotare di mezzi economici il Ruspoli, arrivando perfino a pagargli le vacanze
estive con la Sua famiglia e molto altro ancora. Naturalmente tutto ciò fino al momento delle sentenze di conferma
della Sua destituzione per frodi, sentenze ormai in giudicato da ben oltre un decennio. Ma le calunnie più gravi parebbero
riguardare il Legittimo Capo dello Stato il quale, per l'Italia, si è rivolto con opportuno ricorso del marzo 2017
alla Suprema Corte di Cassazione e per la Comunità Internazionale all'Alta Corte di Giustizia dell'AJA nell'estate
del 2016.
Qui sotto è esposta la fotografia
dell' UNICA copia originale della Costituzione di Stato, ora depositata nell'Archivio Storico-Legale del Principato ed, a
suo tempo depositata nella Pretura di Lugano (Vedi Timbro sulla copertina) per il Giudizio di cui alla Sentenza più
sotto riportata.
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Tutta la documentazione più sopra esposta, oltre ad altra
di identico segno ed eguale valenza, è eventualmente disponibile per la produzione all'Alta Corte di Giustizia delle
Nazioni Unite in l'AJA (Alta Corte di Giustizia dell'AJA), nel momento in cui parrebbe che alcune testate giornalistiche
italiane stiano preparandosi nel grottesco, nonchè temerario, tentativo di sostenere il già espulso per alto
tradimento Sig. A.M. Ruspoli, imprenditore italoamericano, nato a Francavilla Fontana (BR-I ) li giorno 2 giugno 1945,
privo di alcun titolo nobiliare (dal momento della Sua espulsione) e dal nome simile a quello del rispettabile e blasonato
Principe Alessandro Ruspoli (noto "Dado") defunto nel 2005, nell'attacco alle Istituzioni del nostro Stato
Sovrano. Così cadono nel tranello di portata giuridica internazionale le testata giornalistiche di cui prima si è
detto, alle quali l'A.Ruspoli, piuttosto macabramente parrebbe volersi rivolgere giuocando sull'equivoco della credibilità
del nominativo predetto, "Dado " Ruspoli, o su quello, altrettanto rispettabile, del Principe Sforza Ruspoli. Per
altro l'articolista dei quotidiani in parola, se valutato alla luce delle indagine internazionali condotte dagli uffici giuridici
dei Competenti Ministeri di Nazioni terze e della competente sezione del Segretariato Generale delle Nazione Unite, parrebbe
essere totalmente a digiuno in tema di Diritto Giuridico Internazionale (vedi nel presente sito la nota formale di indignazione
della Cancelleria di Stato del Cantone del Ticino, espressa in nome e per conto della Confederazione Elvetica, ed il parere
definitivo della Direzione Generale Italia per la Legalizzazione e Apostille Ufficio IV del Ministero degli Esteri della Repubblica,
Ufficio che valuta inconfutabilmente validi i documenti del Principato muniti di Apostille in base alla legge n° 1253
del 20 dicembre 1966 promulgata dal Presidente della Repubblica Italiana. - A partire dalla data della sentenza sopra esposta
il Sig. Antonio Ruspoli, presumibilmente in fuga repentina nel timore di procedimenti penali di carattere Internazionale a
Suo carico ,non è più comparso nell' orizzonte della vita dello Stato e nessuna documentazione scritta e/o fotografica
lo ha più connesso con il Principato ed i Suoi rappresenti. Peraltro apprendiamo da fonti pubbliche alcuni dati. Residenza effettiva:
Antonio Maria Ruspoli Age 69 Età 69 Address Indirizzo 1400
Vine StSalt Lake City, UT 84121
Nel
periodo di incoscenza per malattia dichiarata (dal Ruspoli) succedeva anche: Tentata
truffa da 94 milioni di euro Novantaquattro milioni di euro è la cifra che oppone
un principe romano, Antonio Maria Ruspoli, a un uomo d'affari pordenonese, Dario Azzano. Al centro della vertenza, sfociata
in reciproche accuse giudiziarie, l'acquisto di Porto San Rocco, a Muggia. Ruspoli ne ha trattato l'acquisto nel 2004 e in
parte del 2005. Ha anche stipulato una convenzione commerciale con Azzano. Questi si era impegnato a consegnargli la totalità
delle azioni della società che gestisce il villaggio turistico e il porto nautico muggesano. L'accordo è naufragato
perché il principe Ruspoli, che risiede a Salt Lake City, nello Utah, dice di aver scoperto che Azzano non era il proprietario
della totalità della azioni offertegli in vendita. Ne aveva solo una esigua quota di minoranza.Tra le due parti ora
è guerra aperta. Azzano ha citato per danni il principe Ruspoli davanti al Tribunale di Pordenone. Pretende qualche
milione di euro di risarcimento per la rottura del contratto di convenzione commerciale. E il principe Ruspoli è passato
al contrattacco e ha querelato Dario Azzano per tentata truffa.Tutto questo è emerso in un'aula del Tribunale di Trieste
dove è in corso il processo al segretario degli 'Amici della Terra" Roberto Giurastante. Accusato di aver diffamato
la 'Porto San Rocco spa" e il suo legale, l'avvocato Livio Bernot, ha chiesto al giudice di acquisire al fascicolo processuale
proprio la querela per tentata truffa presentata dal principe Ruspoli contro Dario Azzano, a tutt'oggi nel cda della «Porto
San Rocco spa».«Ho presentato questa querela alla Procura di Pordenone il 15 dicembre scorso» conferma l'avvocato
Antonio Bertoli, legale del principe Ruspoli. «A mio giudizio si tratta di una questione penale, non solo civilistica.
Il mio cliente non è stato mai messo in grado, né prima, né dopo la firma dell'accordo con cui si era
impegnato a versare 94 milioni di euro, di eseguire un'accurata indagine sulla consistenza patrimoniale della Porto San Rocco,
sui beni di proprietà, sull'entità delle passività e sulle controversie in atto. Aveva ottenuto solo
assicurazioni sulla bontà dell'affare. Poi è emerso che la quasi totalità delle azioni della Porto San
Rocco erano e sono di proprietà di soggetti diversi da Dario Azzano. A mio parere il ragionier Azzano ha promesso la
vendita di cose altrui e si è impegnato anche per conto degli altri azionisti. Ma non aveva la procura che lo autorizzasse
a vendere e mi risulta che nessuno del consiglio di amministrazione abbia mai ratificato il suo operato. Il principe Ruspoli
ha firmato quell'accordo perché Dario Azzano in concorso con altre persone ha carpito la sua buona fede attraverso
una complessiva distorsione della realtà».All'epoca della trattativa il capitale sociale della "Porto San
Rocco spa" apparteneva all'80% alla Compagnia finanziaria di investimento srl. Quote minori erano della Segnal Beteiligungs
Gmbh; della Badel, Bosco Azzurro della Laguna, della Kessenen srl, di Mario Panontin e Giorgio Paoluzzi. Quote in numero ancora
minore sono in possesso di Dario Azzano e della Finanziaria regionale Friulia. Antonio Maria Ruspoli Porto San Rocco, assolto l'imprenditore Azzano L'imprenditore Dario Azzano, già presidente della
Porto San Rocco spa, è stato assolto dall'accusa di truffa aggravata scaturita dalle dichiarazioni del principe romano
Antonio Maria Ruspoli. La sentenza d'assoluzione, arrivata al termine di una lunga e complessa istruttoria, è stata
pronunciata ieri dal giudice del Tribunale di Pordenone Rodolfo Piccin.Secondo il capo di imputazione, nel 2004 Azzano si
sarebbe impegnato a vendere al principe la totalità delle azioni della Porto San Rocco spa, la società che gestisce
il villaggio turistico e il porto nautico di Muggia. In sostanza, per l'accusa, Azzano si sarebbe spacciato per il titolare
dell'intero pacchetto azionario e avrebbe chiesto a Ruspoli 94 milioni di euro in cambio del capitale sociale della spa, oltre
ai fabbricati e alle pertinenze annesse, a Muggia. Inoltre avrebbe chiesto anche una caparra di 20 milioni di euro, mai ricevuta.
In realtà, secondo quanto accertato dalla Guardia di finanza, che si era concentrata su un'inchiesta più ampia,
Azzano sarebbe stato in possesso solo di azioni nominali per un importo di quasi 234 mila euro, tra l'altro costituite in
pegno a un istituto di credito.Una volta scoperto che i titolari delle azioni della società erano anche altri (tra
cui la compagnia finanziaria di investimento srl Quote e la finanziaria regionale Friulia) il principe Ruspoli, che risiede
a Salt Lake City, nello Utah, aveva deciso di sciogliere il contratto di convenzione commerciale. Una mossa che aveva mandato
su tutte le furie Azzano, spingendolo a citare per danni il principe. Che, a sua volta, aveva querelato l'imprenditore pordenonese
per tentata truffa. Querela che poi era stata ritirata a seguito di una transazione, ma che non ha impedito al procedimento
di andare avanti nonostante la richiesta di archiviazione presentata a suo tempo dallo stesso pubblico ministero, visto che
era stata contestata l'aggravante del danno di particolare entità.Ieri è stato sentito l'ultimo testimone, il
comandante del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Pordenone, Sergio Schena, il quale ha ridotto la consistenza
della trattativa: è vero che Azzano non era in possesso di quanto promesso, ha spiegato, ma è altrettanto vero
che il preliminare sarebbe stato stipulato in maniera superficiale. Tra le garanzie consegnate al giudice, anche la dichiarazione
di una banca off shore che tutela gli interessi degli indiani dai piedi neri negli Stati Uniti, che dichiarava la solidità
finanziaria della parte.Nel frattempo, tra l'altro, era emerso in istruttoria che il contratto era stato ceduto a una manager
greca residente negli Usa (che non ha testimoniato perchè non è stata rintracciata). Manager che avrebbe incontrato
Azzano in un albergo italiano.A seguito dell'istruttoria, il pubblico ministero Vania Marinello ha chiesto l'assoluzione dell'imputato,
così come la difesa, sostenuta dall'avvocato Glauco Castellani, che ha prodotto numerosi documenti che scagionavano
il suo assistito. Il giudice Rodolfo Piccin ha quindi assolto Dario Azzano perché il fatto non sussiste. 10 febbraio 2011
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